E’ già noto da secoli che sottoponendo il legno posto a temperature molto elevate e prossime alla combustione (180°C – 230°C ) ne varia la struttura chimica, ottenendo il risultato di alterarne il colore, aumentarne la durezza e la durabilità, preservandolo dagli attacchi di agenti esogeni, di muffe e parassiti.
Ne consegue che legni teneri come le conifere (pino, abete e larice) o latifoglie tenere (pioppo, betulla, ontano) possono assumere colorazioni molto più scure, ma soprattutto, possono vedere incrementate le proprie caratteristiche di durabilità e di durezza, in modo da assomigliare di molto a legni più pregiati come la quercia o il faggio.
Questi ultimi inoltre, se sottoposti allo stesso trattamento, possono essere scuriti ulteriormente ed ottenere miglioramenti alle loro già ottime caratteristiche intrinseche.
Il progetto Thermovacuum, costato oltre 5 anni di ricerche, è stato ideato dai ricercatori Silvia Ferrari, Ignazia Cuccui ed Ottaviano Allegretti del Cnr-Ivalsa (istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio Nazionale delle Ricerche) di San Michele all’Adige ed è stato giudicato strategico dalla Commissione Europea (con un finanziamento record di circa 1,8 Milioni di Euro) per l’alto contributo che può rendere all’ambiente e al sistema economico europeo.
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