Il legno lamellare è un materiale composito, costituito prevalentemente di legno naturale (di cui ne mantiene tutti i pregi), ma allo stesso tempo un prodotto industriale innovativo che, attraverso un adeguato procedimento di incollaggio a pressione, riduce e supera i difetti propri del legno massiccio.

Si ottiene così un elevatissimo rapporto tra resistenza meccanica e peso, una lenta combustione in caso di incendi, una ottima coerenza dimensionale e, proprio per la lamellarità, si evita la tendenza a creare spacchi longitudinali, tipici dei legni masselli di grande dimensioni.

Gli impianti per la produzione di legname lamellare dispongono di forni di essicazione particolari. La materia prima (il legno) viene messa nelle celle di essiccazione per portarlo al grado di umidità ottimale per la lavorazione richiesta.

Questa operazione mira a ottenere il giusto grado di umidità del legno compatibile col tipo di colla che si dovà utilizzare e, soprattutto, più adatta alla destinazione delle strutture a cui verrà destinato il manufatto.

Il legno lamellare è un materiale strutturale prodotto incollando delle tavole di legno a loro volta già classificate per tale uso.

Le specie più utilizzate sono le conifere, quindiu abete rosso, abete bianco, larice, pino e douglasia; talvolta vengono utilizzate anche latifoglie come il castagno e il rovere.

Il lamellare viene prodotto riducendo i tronchi da lavorare in assicelle (lamelle) generalmente di spessore mai superiore ai 20 mm (per prevenire eccessive deformazioni causate dal fenomeno del ritiro).

 

 

Si ricompongono poi le lamelle tramite incollaggio a caldo e a forte pressione, posizionandole tra loro con venature contrapposta per garantire una maggior uniformità nella resistenza della trave.

Si possono produrre elementi di diversa forma e dimensione perché, visto l’incollaggio a strati, le dimensioni dell’albero originale non costituiscono alcun limite.
In pratica, al pari di un muro in mattoni stratificati e legati con malta, così le varie lamelle di legno, vengono disposte e stratificate per ottenere qualsiasi dimensione e spessore (sempre ottimizzando le prestazioni meccaniche della trave che si dovrà ottenere).

Una normale trave in legno massello normalmente ha una sezione grossomodo quadrata, circolare o rettangolare (ma sempre con scarsa differenza tra altezza e larghezza); una trave lamellare invece, generalmente ha sezioni anche molto differenziate e spesso rettangolari il cui apporto tra base altezza è molto sbilanciato verso l’altezza.

Il vantaggio di avere una sezione più alta che larga sta nel fatto che influisce maggiormente su questo il valore di resistenza. Il limite in lunghezza di una trave in legno lamellare viene stabilito solo in base alla possibilità di trasporto e della messa in opera della stessa perché, in linea teorica si possono ottenere qualsiasi lunghezze.

Pur essendo realizzate con un materiale combustibile, le strutture in legno lamellare hanno una resistenza al fuoco superiore a quella delle strutture in acciaio o del calcestruzzo armato.

Nel legno lamellare, grazie al buon isolamento termico realizzato dallo strato superficiale carbonizzato, la combustione avviene molto lentamente: ad un aumento molto lento della temperatura corrisponde una variazione quasi trascurabile della resistenza meccanica delle fibre di legno della sezione non carbonizzata.

La struttura cede o crolla solo quando la parte della sezione non ancora carbonizzata è talmente diminuita da non riuscire più ad assolvere alla sua funzione portante.

La resistenza al fuoco di un elemento strutturale in legno lamellare dipende dalla velocità di carbonizzazione che è possibile calcolare sperimentalmente o analiticamente per le diverse specie legnose.